Entriamo con questo tema delle piattole nel campo delle parassitosi che colpiscono gli esseri umani, in prevalenza soggetti maschi ma solo per una pura motivazione costitutiva che andremo a breve a chiarire.
Soprattutto gli anziani ricordano questo problema che molto tempo fa aveva una diffusione significativa ma che sta registrando u n aumento di casi in questi anni e per questo merita di essere affrontato nuovamente.
Questa parassitosi colpiva soprattutto persone che vivevano in realtà rurali, laddove le condizioni igieniche non erano proprio le più avanzate. Spesso nelle case, nei cascinali di molti decenni fa, non c’era nemmeno l’acqua corrente, men che meno si usavano saponi e detergenti efficaci, la cultura dell’igiene non albergava facilmente in molte realtà e questo significava la sussistenza di condizioni idonee alla sopravvivenza di parassiti soprattutto nelle parti intime delle persone.
I parassiti che si annidavano nelle parti intime delle persone sono insetti di piccolissime dimensioni, al massimo 2 o 3 millimetri, di aspetto appiattito, da qui il nome di piattole, che si attaccano ai peli, particolarmente quelli pubici ma anche in quelli delle ascelle e del torace, per cui la prevalenza della parassitosi è il maschio in quanto maggiormente tricotico.
La parte pelosa risparmiata da questo parassita sono i capelli sebbene questo parassita appartenga alla categoria dei pidocchi, tanto da essere chiamato “Pidocchio del pube”. Questi parassiti sono dotati di sei zampette uncinate che ne facilitano l’aderenza ai peli e si moltiplicano con una notevole velocità, con la deposizione anche di 10 uova al giorno che dopo una sola settimana si dischiudono. Le uova si mantengono saldamente aderenti ai peli grazie alla loro struttura associata alla saliva degli insetti che le mantengono aderenti ai peli.
La sopravvivenza degli insetti avviene attraverso il sangue dell’ospite che viene ricavato attraverso piccoli morsi da parte degli insetti molto simili a piccole punture. Il fastidio dovuto a queste infestazioni è notevole, si esplica attraverso un terribile ed irrefrenabile prurito. Il contagio avviene per contatto diretto, soprattutto attraverso rapporti sessuali, data la prevalente localizzazione pubica dei parassiti ma può avvenire anche per contatto con tessuti contaminati, lenzuola, asciugamani o per contatto diretto con sanitari contaminati.
Da considerare anche, come detto, la possibile presenza in altre zone del corpo quali petto e ascelle, per cui anche la condivisione di capi di abbigliamento o anche solo la compresenza nello stesso armadio può costituire veicolo di contagio. Se è un problema del passato, perché torniamo a parlarne oggi? Il fatto concreto ed incontrovertibile è che questo problema ha visto un incremento esponenziale soprattutto negli ultimi anni.
Non vogliamo imputare all’immigrazione questo problema, non esistono evidenze scientifiche che possano dimostrarlo ma certamente le condizioni di scarsa igiene in cui spesso gli immigrati sono costretti, loro malgrado a vivere, sono condizioni favorenti per lo sviluppo di queste parassitosi e la promiscuità sociale rappresenta un elemento di maggiore rischio di diffusione. Sia chiaro che quanto affermato non rappresenta in alcun modo un atteggiamento razzista ma piuttosto una denuncia di inadeguatezza dell’accoglienza sotto l’aspetto igienica e sanitaria che non dipende certo dai migranti ma dall’organizzazione dello Stato italiano.
Sintomi e cura delle piattole
I sintomi si esplicano con un forte prurito, arrossamento e infiammazione oltre a macchie rosse e blu dovute ai piccoli morsi delle piattole; sugli indumenti intimi si trovano tracce di sangue che non si giustifica in altro modo e sulla stessa biancheria si possono anche trovare tracce di una fine polvere scura.
Necessario il ricorso al medico, superando i primi imbarazzi. Il quale deciderà i migliori trattamenti per contrastare questa parassitosi e sbarazzarsi di questi insetti. La terapia consiste nell’uso di farmaci antiparassitari generalmente ad uso locale, capaci di uccidere i parassiti e distaccare ed eliminare le uova attaccate ai peli.
Oltre alle terapie mediche un modo per agevolare l’eliminazione del problema è la depilazione che, eliminando l’habitat preferenziale di questi parassiti, ne facilita l’eliminazione, soprattutto dal punto di vista dell’impianto delle uova.
Ovvio che la soluzione del problema passa anche attraverso l’accurato lavaggio, almeno a 60° di qualunque tessuto possa essere venuto a contatto diretto o indiretto con il corpo.